Ebbene sì, abbiamo finito di camminare ed esiste un velo di nostalgia, ma la voglia di casa e di mettersi  a fare è maggiore.

Nottata brava all’ostello municipal. Ore 1.30: caos immondo, porte che sbattono, tonfi, luci che si accendono. Sembra che qualcuno stia tentando di chiudere il balcone con la spranga estratta che lo impediva. A mattina, quelli del piano sopra spiegano: pellegrino ubriaco, fuori orario, rientra con ostello ermeticamente chiuso. Qualcuno gli ha aperto. Rischio linciaggio.

Va beh… notte così e così. Mi sono alzato alle 6.30 assieme a Franco e Lorenzo. Sono riuscito a far casino. Amen.

Partenza alle 8.30 con pullman della Monbus… Doveva partire alle 8.20. Siamo in tanti e in fermento: ci sarà posto?

Alla fine in corriera si vedranno sedili vuoti.

Percorso a curve lungo la Costa da Morte con belle insenature. Bassa marea impressionante.

Qualche raro pellegrino con lo zaino, chiaramente reduci dal non canonico Camino dos Faros.

Lasciata la costa si punta veloci a Santiago. Alle 10.40 siamo alla fermata del bus 6A per l’aeroporto e per San Lazaro. Scendiamo e, piazzati gli zaini in reception, andiamo a mangiarci qualcosa.

Al rientro troviamo gli zaini buttati in un angolino all’esterno. All’atto di registrazione chiedo scusa alla hospitalera anche a nome degli altri. Avendoci perdonati riprende il sorriso.

Altro bus per il  centro. Visita alla tomba di S. Giacomo e abrazo alla statua del Santo sull’altare maggiore.  Che S. Giacomo porti bene a tutti.

Poi qualche mini acquisto e rientro all’ostello. Doccia, lavadora y secadora. Riposo.

Domani viaggio a Oporto per prendere l’aereo per Treviso domani l’altro.

Ah… viste e fotografate le famose Due Marie. Meglio il panettone Tre Marie.