Certamente non è facile mettersi in testa di partire, quando sul tetto in lamiera della nostra camerata di colchones si sentiva la pioggia cadere fitta e rumorosa. Abbiamo tergiversato un po’ prima di alzarci, ma poi, fatta colazione in ostello, ci siamo avviati. Erano le 6.45, record di ritardo del nostro cammino, e fortunatamente, a parte qualche gocciolina vagante, per un bel pezzo siamo stati tranquilli pur avendo la mantellina a portata di mano. Poi qualche piovasco c’è stato. L’oscurità dura un bel po’ anche dopo le 8:00.
La pista su cui si cammina è abbastanza buona con alcune belle salite. Ricordarsi comunque che, come nella vita, anche nel cammino di Santiago ci sono sempre su e giù.
Niente di particolare da segnalare e vedrete anche dalle poche foto che ho scattato, che non è stata0 non particolarmente significativa, ma solo una tappa di transito. Siamo arrivati a Valga sul mezzogiorno e mezzo; abbiamo mangiato un bocadillo al bar qui di fronte e poi siamo venuti all’ostello… primi due arrivati. Non c’era nemmeno l’hospitalera che è arrivata con mezz’ora di ritardo sulla tabella esposta e si è comportata molto duramente, scorbutica e, se non proprio scortese, quasi c’eravamo. Ci ha assegnato i letti, lanciando i sacchetti con le lenzuola in malo modo sul letto. Alle nostre domande è sempre stata burbera, ma va bene così.
Siamo in mezzo alla campagna tagliata a metà da una strada di buona percorrenza e qualche volta il rumore disturba un po’
La camerata è bella e abbastanza ampia (non ho visto quella al piano superire); i letti a castello sono bassi e noi che siamo sulla brandina sotto dobbiamo stare attenti a non battere la testa quando ci alziamo. Bisogna comunque essere contenti.
Siamo in buona compagnia: alcuni dei pellegrini li conosciamo già dai giorni scorsi, come per esempio, i due bravi compañeros spagnoli, anzi catalani, o, come si dichiarano loro, di nazionalità catalana – spagnola, l’uno, e catalana – catalana, l’altro… simpatici.
Dopo la doccia e la messa a punto di tutto il nostro “armadio”, pure in previsione di pioggia, siamo stati a fare un po’ di spesa in un bar che ha generi alimentari ed altro… poca cosa, tutto utile per i pellegrini. Adesso aspettiamo sera, chiacchierando con questo o con quello o riposando sul letto.
In aggiunta al resoconto di oggi, devo aggiungere anche due parole in favore della cena comunitaria a donativo di ieri sera. Era poca cosa e semplice, sul piano culinario (sopa al cavolo nero con qualche altra verdura, uova lesse e banane come frutta) ma significativa nel rapporto tra noi pellegrini (10 nazinalità).
Io mi sono limitato alla sopa per dormire meglio. comunque è stato difficile dormire con il materasso che sprofondava quasi fino a terra, ma tutto fatto la pioggia incessante della notte ha favorito il sonno.
Rafael y Jacob, catalanes