Partenza poco prima delle sei: siamo nel buio pesto, a parte qualche luce della città; per il resto ci affidiamo alla frontale per infilarci nei numerosi vicoli che ci conducono verso nord. All’uscita della città c’è una variante per evitare il rumore dell’autostrada sottostante e scegliamo di girare a sinistra, abbandonando la pista rettilinea. I nostri passi seguono la strada asfaltata con qualche boschetto a lato e soprattutto con numerose salite che mi mettono un po’ alla prova. Franco continua imperterrito con il suo passo, soffrendo però per le parecchie discese molto pronunciate e il suo alluce continua a essere dolente, nonostante le cure. Si passa per qualche paesello; luci che si accendono con il sensore di presenza, bar completamente chiusi anche dopo le ore 8:00. E le chiese? Qualche scampanio, ma perlopiù chiuse pure loro. Le messe domenicali qui le celebrano a mezzogiorno. Noi siamo stati alla messa prefestiva a O Porriño. Raggiunta la chiesetta di Santiaguiño sono finite le salite e cominciano le rampe in asfalto in discesa, molto pendenti, che ci conducono a Redondela, punto di congiunzione di cammini. Caffè con brioche al primo bar; parlato con una pellegrina spagnola che proveniva dalla Senda Litoral. Anche lei mi diceva di preferire il cammino francese e il suo clima. Di nuovo avanti per viuzze e strade sempre asfaltate, finché per un buon tratto riusciamo a camminare sulla terra battuta e proseguiamo veloci verso la meta. In una breve discesa, poco dopo aver intravisto tra gli alberi l’insenatura del mare e lo sbocco del fiume nell’Atlantico, ci viene incontro una sorpresona: un pellegrino che prosegue in direzione Fatima. Veramente bello scoprire che il giovanotto che ci stava di fronte non era altro che un Andrea di Valstagna del Canale del Brenta. Partito il 9 maggio da casa sua, ha percorso diversi cammini in Francia, allacciandosi poi al Cammino del Nord fino a Santiago e poi a Finisterre e a Muxía, con relativo ritorno a Santiago, per poi svoltare verso sud in direzione di Fatima, per proseguire quindi fino a Lisbona. Lo ho praticamente ingaggiato per una serata de I giovedì del Pellegrino. Nel bell’albergue ci si fa la doccia; si rimette a posto lo zaino e io mi sono fatto anche una piccola dormitina di un quarto d’ora, ristoratrice. Ora non ci resta che riposare per riprendere domani mattina per fare una ventina di km. Scattato poche foto. A parte il discorso buio ma non si é visto niente di interessante. Nella seconda parte qualche goccia d’acqua di poco conto, niente mantelline, niente giacca antipioggia, niente coprizaino.
Bollettino medico leggermente variato: io comincio a sentire un leggero mal di schiena e Franco è alle prese con il suo ditone che lo tormenta. Un salutone a tutti. Vamos a Santiago.