Vamos a Santiago

Mercoledì 5 ottobre. Tappa: Dumbría – Muxía. km 24

Se non vi scoccia, farei domani la relazione di oggi, visto che mi fermo a Muxìa e la visiterò per benino. Vi faccio vedere qualche foto del percorso di oggi.

Tra un po’ vado a messa al santuario della Virgen de la Barca.

San Martiño de Ozon
San Martiño de Ozon. Uno dei più grandi hórreos della Galizia. 26 metri
Poi verrà anche la pioggerellina
San Xulián de Moraime
San Roque de Moraime
Muxía
La Herida, la ferita, monumento che ricorda la catastrofe ecologica provocata dall’affondamento della petroliera Prestige nel 2002. Ora c’è il pilastrino del km 0.00, come a Finisterre.
Il santuario di Nostra Signora della Barca

Martedì 4 ottobre, S. Francesco. Tappa: Vilaserio – Dumbría. km 31,5

Partenza tardi, alle ore 6:20, insieme… siamo in quattro. Buon ritmo nel buio e nella nebbia carica di umidità all’inverosimile. Si passa su strade di campagna e raramente nei paesini. Fermata al bar a Santa Mariña dopo circa due ore di cammino: tè e torta di Santiago.

Sorpresa: dalla direzione opposta arriva Freddy, veronese tutto pepe, amico dei miei compagni di viaggio. Non contento di essere stato a Finisterre e a Muxìa, sta rientrando a Santiago a piedi. Gli ho detto che, se vuole, può ritirare una seconda Compostela. Non ci credeva, ma effettivamente i 100 km per ritornare alla città di San Giacomo ci sono tutti.

Nelle chiacchiere comincio a sentire freddo e chiedo il permesso di proseguire. Saluto tutti e vado. 

Salita senza fatica al Monte Aro e discesa verso Lago. Impossibile vedere il bel lago artificiale di Fervenza, causa nebbia. E pensare che la volta precedente pensavo di vedere l’oceano.

Campagna, boschetti, castagni che lasciano cadere i loro frutti che nessuno raccoglie. Fermata bocadillo verso mezzogiorno a Olveiroa. Ora mi manca la salita a Hospital e di giungere alla biforcazione della scelta: Muxía o Finisterre?

Di buona lena mi porto sopra la valle di un altro invaso del fiume Xallas… Foto a destra e a sinistra: bei posti.

Arrivo al guado (ora non più, perché si attraversa su un bel ponte di pietra) di Vao Silveiro. Qui inizia la salita finale.

Arrivo a Hospital e mi bevo una Coca. Lascio, per i miei amici che si fermano qui, 3 birre pagate e per ciascuno una monetina da un centesimo spagnola (reca sul retro la cattedrale di Santiago!), rigorosamente benedetta assieme al sottoscritto nelle benedizioni del pellegrino lungo tutto il Camino; poi vado avanti. Foto ai due pilastrini (cinque anni fa era un unico mojòn doppio) della biforcazione e discesa. In un’ ora raggiungo il municipale di Dumbria, uno stratosferico albergue, modernissimo ed attrezzato. Letto a castello solo per me. Bene. Due acquisti: biscotti per domani, due lattine di coca-cola e il dentifricio.

Cena: pizza scongelata al bar.

Ora aspetto ad andare a nanna, ma prima telefono a casa.

Notte gente. Domani arrivo a Muxìa e mi fermo là.

Nebbia e… obiettivo umido
Monte Aro. Mirador… ma non si vede niente

San Esteban de Corzon
Olveiroa
Olveiroa. Hórreo
Rio Xallas. Invaso
Vao Silveiro
Ufficio informazioni a Hospital
Albergue bar ristorante O Casteliño a Hospital
La bifurcacion: sx, Finisterre; dx, Muxía
L’albergue municipale di Dumbría
Dumbría

Lunedì 3 ottobre. Tappa Santiago – Vilaserio. km 35 e oltre

Oggi esordio sul cammino per Muxìa e Finisterre e alla fine sono più di 35 km perché abbiamo deciso in quattro di arrivare fino a Vilaserio, una piccola località dopo Negreira. 

Pur con momenti piacevoli in mezzo alla natura più verde che in tutti gli altri posti del Cammino, la fatica si fa sentire. Siamo andati a finire in due, io e l’altro Marco, lombardo, all’ostello donativo comunale di Vilaserio, ma abbiamo cambiato subito idea perché era veramente la negazione della pulizia. Ci siamo trasferiti poi ad un altro ostello, distante un km circa, dove si può stare comodi e tranquilli.

Domani presumo di fare un’altra tappa abbastanza lunga per scollinare oltre Hospital e andare a Dumbria.

Vediamo come sono domani.

Oggi partenza da Plaza do Obradorio alle ore 5:45 e in agilità perco attraverso tutti i paesini e le porzioni di cammino. Prima fermata a Alto do Vento dove abbiamo sostato io e Marco a fare colazione. Altra traversata dei paesini per giungere a Ponte Maceira e poi lentamente avvicinarsi a Negreira.

Qui bocadillo e Coca. Attendiamo Michael e Alexia, dolorante. Si fermano a mangiare e decidiamo per la tappa lunga. Wikiloc la dà a 38,46 km. Forse esagerato, ma…

Arrivato tardino e non so neppure dire quando di preciso. Quattro? Mi consulterò.

Comunque sto bene.

Notte. A domani.

Hórreos
Ponte romano ad Augapesada
Ponte Maceira

Sotto il ponte, nel bosco
Negreira. Monumento all’emigrazione galiziana
Negreira. Pazo do Coton
San Mamede di Zas
Verso fine tappa. Parco eolico

Domenica 2 ottobre. Tappa: Lavacolla  – Santiago de Compostela. km 10

Domenica 2 ottobre. Tappa: Lavacolla  – Santiago de Compostela. Tappa molto breve di 10 km: due orette di cammino con una fermata al bar. Alcune salite; la prima… lunghetta. Avvio alle 6:10; nebbiolina ostinata. Con la frontale l’umidità lattiginosa si poteva percepire come pioggia che però non bagnava, a parte sotto gli alberi, soprattutto sotto gli eucalipti che lasciavano cadere grossi e rumorosi goccioloni sui pellegrini (io solo). Sul Cammino, alla mia ora avevo soltanto un paio di inglesi dietro e alla fine mi ha sorpassato una ragazza. Solo in città si incontrano gruppi di turisti in una piazza nella parte moderna della città, prima di giungere nelle vicinanze della cattedrale. Entro in Praza do Obradorio alle 9:30; qualche foto. Un ragazzo tedesco è stato così gentile da farmi la foto “ufficiale” dell’arrivo, spedendomela via WhatsApp, avendo visto che il mio telefonino non fotografava bene.

L’ultima mezz’ora, prima di entrare in città, è stata un’altalena di gioia e di riflessioni, con lacrime e commozione. Mi sono ricordato di tutti quelli che non ci sono più e li tenuti presenti con qualche preghiera.

Alle 10:00 sono entrato nella cattedrale e mi hanno lasciato passare anche se avevo lo zaino. Messa senza botafumeiro con comunione e, a fine messa, visita alla tomba di Santiago, uscendo prima per mettermi in fila per rientrare dalla Puerta del Perdon. Stavolta niente zaino: l’ho dovuto abbandonare all’esterno per un quarto d’ora. Il resto de los italianos ha fatto performance notturne, chi partendo alle 22 ieri sera, per essere in piazza della cattedrale a mezzanotte (hanno “dormito” sotto i portici del palazzo della Giunta di Galizia); chi avviandosi alle 3 e mezza di questa “mattina”.

Si sono guadagnati tutti il pranzo gratis al Parador in piazza, essendo giunti tra i primi 10… 5 su 10… non male. Mi hanno assicurato che il pranzo era buono.

Io ho visitato il.museo della cattedrale e il Portico della Gloria di Maestro Mateo (così in spagnolo). Niente foto, niente riti da pellegrino, né la mano appoggiata sull’albero di Jesse, né croques… (testate) contro la fronte di Maestro Mateo, statua in basso. Interessante.

Incontro nuovamente gli amici che aspettano il pranzo guadagnato. Io mi fermo a mangiare qualcosa e torno all’ostello per la doccia e un riposino.

Ritorno in cattedrale alle 16.45. Gelato (cena). Descanso… Domani… verso l’Oceano!

Qui riposa in Dio San Giacomo, il figlio del tuono, come lo chiamava Gesù

Sabato primo ottobre. Tappa Arzúa – Lavacolla: km 28,5 ma al Garmin 30 esatti

Tappa di trasferimento non propriamente da turisti e neppure per amanti dell’arte e dell’architettura. 

Si cammina in mezzo a boschi di quercia quasi sempre dominati dagli Eucaliptus che si innalzano per 24-30 metri, svettando incontrastati sopra il povero bosco che deperisce.

Solito andamento su e giù con ondulazioni e rampe qualche volta leggermente impegnative. Gli amici camminano sempre a ritmo sostenuto; io in salita mi stacco e seguo il mio passo, poi riesco a recuperare un pochino e ci facciamo qualche chiacchierata. 

Fermata per colazione: bevuto soltanto del tè perché avevo mangiato già dei biscotti che avevo al seguito. Altra fermata per una pizza riscaldata al bar del km 15. Ora sono alla base, albergue Lavacolla a 10 km dalla fine del Cammino.

Grande presenza di pellegrini turistici degli ultimi 100 km, ma meno di ieri; probabilmente le tappe per loro sono molto più corte delle nostre. Alla fine, infatti, nella camminata di oggi abbiamo toccato i 30 km esatti, senza fare errori nel percorso, anche se ufficialmente, a dire delle info ufficiali, sarebbero stati 28,5 km.

Pochissime le foto fatte e qualcuna ancora sfocata a causa dell’umidità nell’otturatore; qualcun’altra meglio perché fatta sull’otturatore che riprende la realtà al 50%. Non lamentatevi… questo passa il convento.

Tanti saluti, ci sentiamo domani perché… Vamos a Santiago.

 Partenza questa mattina alle ore 6:05; arrivo alle ore 14:10.

Sono abbastanza stanco.

La cerveceria con le sue bottiglie di birra
Murale a O Pedrouzo
Nei boschi di eucaliptus

Prima di San Payo. Monumento al pellegrino

Venerdì 30 settembre. Tappa: Ponte Campaña – Arzúa. km 25

Partenza con calma, ore 6:15. Nebbiolina fastidiosa e salite che si susseguono. Anche oggi piccolo errore di percorso, subito corretto. Avanti senza problemi. Quando diventa chiaro si possono fare alcune foto, peccato che l’obiettivo con tutta la pioggia di ieri ha una leggera patina di condensa che offusca l’immagine… nebbia più condensa… uguale… vedete voi.

Colazione poco prima di Melide.

Fermata hambugerone a Boente in un bar di fronte allachiesa di Santiago. In chiesa sello e santino in italiano. Gentile l’addetto che raccontava la storia della chiesa.

Dalla finestra del bar scorrevano le figure dei pellegrini come se si stesse osservando un video: decine… forse più di cento nel tempo della fermata. Ahi, ahi … siamo in piena zona turistica.

Procediamo per paesini: chiesetta, poche case, bar affollati.

Esce un pallido sole e prima levo il guscio e poi la felpa. Le salite continuano ed io lascio che gli smisi lombardi, Marco e Mario mi stacchino per conservare il mio ritmo. Sul piano un po’ mi aspettano, un po’ accelero.

Si arriva ad Arzúa verso le 12.40. Poco prima siamo passati per Ribadiso dove hanno fatto un bel lavori restaurando il ponte e la zona circostante. 

Una volta arrivati si fanno le solite operazioni di pulizia. Qualche acquisto per la cena.

Alle 18.00 si mangia e zllr 19.00 messa appena qui sotto. Porterò la credenziale per un timbro serio.

Gente… ci sentiamo domani.

Mi.mancano 38 km. Ormai sono vicino a Santiago. Domani 28 km: Lavacolla a 28 km.

O Coto. Pellegrino o Santiago?
Leboreiro. Chiesa con cabazo o cabeceiro (cestone per la conservazione di granaglie

Ponte di Furelos
Furelos. Chiesa…. chiusa
Melide
Molise. Cruceiro
Melide, .e. Chiesa che sembra aperta… ma no

Pellegrini….il numero aumenta
Eucalipti
Ribadiso
Arzúa
Arrivati all’albergue

Giovedì 29 settembre. Tappa: Gonzàr – Ponte Campaña. km 22

Giovedì 29 settembre. Tappa: Gonzàr – Ponte Campana. km 22

Partenza a razzo alle 6:15, sotto la pioggia battente: poncho, felpa… Fa freddino.

Siamo in tre: Mario, Marco e Marco (io).

Non sempre la velocità paga ed infatti sbagliamo il secondo incrocio e ci dirigiamo verso una collinetta. Strada asfaltata. Mi accorgo dell’errore e lo dico, ma vedo nella cartina con GPS che possiamo facilmente rimediare più avanti… Però più… avanti… ci sembra troppo… avanti. Correzione di errore: si ritorna sui propri passi.

A ‘sto punto del Cammino posso anche dire che non siamo in tanti a permetterci, di quando in quando, di allungare la tappa di qualche chilometro.

Molti stamattina hanno scelto trasferimenti in taxi. Viavai di taxi nei tratti in cui il Cammino si accosta alla strada e si può osservare il traffico. Molte furgonetas porta-zaini e valige… una cosa poco seria. Amen. Ognuno ha  il cammino che si merita. 

Dopo il mojón dei 100 km obbligo di due timbri. Collezioni di timbri di bar… chiese chiuse. Per fortuna sello nella chiesa di San Tirso, retta dai Comboniani. Timbro, candela e preghiera… un timbro un po’ più serio.

Avevo fatto il sello anche Ventas de Naron dove ho bevuto il tè di rito assieme alla tostada mantequilla y marmelada. Timbro verde… di bar.

E cammina e cammina, alla fine si arriva nel centro più grande sul percorso di oggi: Palas de Rei: pulperias, albergues, pensioni, hostales, bar, negozi di souvenir. Tutto legato al Cammino per Santiago. Tutto chiuso e non aprono la cucina fino alle ore 14.

Il gestore di un bar ristorante ci indica un altro bar dove mangiare: rispetto per la concorrenza o bar gemellato? Nel bar indicato, un ottima hamburguesa (hamburger) completa (con insalata, pomodoro, hamburger + maionese). Ottimo spuntino con radler da bere.

Uscita da Palas de Rei variata da quella di 5 anni fa… altro sentiero, altro clima… autunno caldo, autunno piovoso. Ricordo il senso di godimento a camminare nel sole caldo con il ticchettio e i tonfi sordi di ghiande e castagno che cadevano dagli alberi.

Oggi nell’ultima porzione di tappa, tanto fango… scarpe? No comment.

Arrivo a Casa Domingo di Ponte Campaña alle ore 12.50. Siamo a 63 km da Santiago. Doccia, lavadora, secadora, riposo. Stasera menù del peregrino.

Domani Arzúa.

Ciao

Ah… sì. Due ore e mezza di buona pioggia ☔️

Problema con le foto. Non si caricano. Provo più tardi.

Oggi pioggia
Chiesa di Eirexe
Palas de Rei. San Tirso
Palas de Rei. Monumento ai pellegrini

Si cammina nel fango

Mercoledì 28 settembre. Tappa: Barbadelo – Gonzàr. km 30,4

28 settembre. Passato una buona notte al municipal di Barbadelo: eravamo soltanto in 7.

Questa mattina mi sono alzato alle 5.30. Partenza prevista con il gruppo lombardo-piemontese alle ore 6:00.

Ho fatto un po’ di rumore a togliere il lenzuolo usa e getta: era la prima volta che trovavo perfettamente combinati materasso e lenzuolo sotto. Il lenzuolo rimaneva teso ch’era un piacere. Diversa la scena mattutina: alzavo il materasso ad ogni angolo, con il risultato di tonfi sordi. Tutti dormivano, a parte la francese che aveva fatto squillare la sveglia alle 5:15, girandosi poi sull’altro lato per continuare a dormire. Tutto pronto. Alle 6:00 ero pronto con il poncho indosso. Alle 6:10 sono partito solo nella pioggerellina fastidiosa. Bordi di strade asfaltate, entrate ed uscite da paesini addormentati, segnalati dai soli due o tre lampioni pubblici… centinaia di metri per niente. Finalmente a Brea, un km prima del fatidico cippo dei 100, un bar aperto. Ero appena stato raggiunto da Maurizio ed assieme abbiamo fatto colazione: cappuccino e torta, lui; tè e torta io. Deliziosa torta soffice allo yogurt… probabilmente… con dei pezzetti di mela. L’oste la segnalava come torta tradizionale galega. Intanto sono arrivati anche gli altri che abbiamo aspettato. Quindi via per i saliscendi di questa tappa. Eh… foto al mojón n. 100.

Fermata di dovere a mezzogiorno a Portomarin. Aperto un unico bar in centro… bocadillo prosciutto crudo e pomodori. Chiesa templare di San Nicolas chiusa. Servizi per i pellegrini: zero. Ah… prezzi pepati. 

Diverso il viaggio, completamente cambiato rispetto a quello che ricordavo del 2017: niente più passerella traballante sul lago, ma ponte; sentieri allargati e riempiti di stabilizzato, niente più cammino sulla strada asfaltata. Son riusciti ad aumentare il chilometraggio con tanti passaggi alternativi tra boschetti e prati completamente bruciati dalla siccità. Lo stesso invaso di Portomarin era completamente svuotato e si vedevano bene i resti del paese sommerso negli anni ’60. Bello il ponte del 1300 ancora intatto.

Alla fine siam giunti… ornati di trofei… hihi alle ore 14.30. Il verdetto chilometrico del Garmin di Marco, lombardo, dà un 30,4 km che non è falso sicuramente, visti i vari giri.

Stanco ma bene. Doccia e riposino a Casa García a Gonzàr. Fresco. E domani danno per sicura la pioggia che per oggi ci ha solo disturbato in tre momenti.

Ciao a tutti. Ora sono a 83 km da Santiago. Ultreia… e suseia anche.

Ai meno 100
Portomarin. Lago prosciugato
Portomarin
Chiesa templare. Chiusa
Gonzàr. Dormitorio a Casa García

Martedì 27 settembre. Tmappa: Triacastela– Barbadelo. km 24

Partenza alle 4:50. Questa volta bisogna usare il poncho impermeabile perché sta piovendo. Non a dirotto ma una pioggerellina costante fitta e martellante. Oltretutto c’è anche un po’ di nebbia e la visibilità è scarsissima, tanto che oltre alla frontale accendo anche la torcia… la chiamano così… del cellulare per vedere un po’ meglio. Finché c’è asfalto non ci sono problemi, ma sullo sterrato bisogna vedere bene per non fare capitomboli pericolosi.

Per il resto… nessuna difficoltà.

Ho preso una strada parallela a quella segnalata verso San Xil, ma non mi sono agitato perché venivano segnalati parecchi incroci tra le due vie.

Pensate bene… Non c’è niente da fotografare: tra buio, nebbia e pioggia, riesco a fare una foto alla bella chiesetta di San Cristovo. Ma niente più.  

Ho attraversato paesini… tutto chiuso, tutto in attesa di prendere finalmente  vita.

Sono arrivato a fare colazione a Sarria… Anzi… più che colazione, quasi un pranzo perché mi sono mangiato un bocadillo e ho bevuto una coca-cola. Qualche foto nella parte alta di Sarria e poi via di nuovo di corsa verso Barbadelo.

Alle 11:10 sono davanti all’albergue municipale

Tre pellegrini che conosco mi son venuti incontro per dirmi che non c’erano più posti in zona e loro avevano occupato gli ultimi tre posti procurati in loco da Casa Barbadelo, ma questo vale per gli albergues privati, mentre con il gruppetto degli italiani avevamo scelto di venire all’albergue della giunta di Galizia.

Qui sono il primo in assoluto e aspetto che arrivino gli altri che ieri avevano scelto di procedere verso Samos. Vediamo quando arrivano. Dicevano che sarebbero partiti molto presto; avevano sicuramente quattro chilometri in più di me da fare… Arriveranno.  Avranno preso la pioggia anche loro? Ve lo saprò dire dopo.

Intanto per la statistica è piovuto per tre ore e un quarto, ma non mi sono bagnato per niente. Soltanto la felpa tecnica, che traspira e porta l’umidità all’esterno, aveva una patina bagnata, causata dal sudore, all’esterno, ma non ho patito né freddo né altro.

Alcuni pellegrini a Triacastela hanno scelto di prendere la corriera alle ore 7:00 e li ho già visti qua in zona… ‘Ste comodità facili facili fanno parte del Cammino, ma non sarebbero da pellegrini seri. Io vado avanti per la mia strada e che gli altri facciano un po’ come credono. 

Si nota un aumento notevole di pellegrini che vanno alla caccia del sello (timbro). C’è da ricordare che negli ultimi 100 km vengono richiesti due timbri in diverse località. Io mi sentirò costretto a farlo perché non mi va di riempire la credenziale con timbri di bar o di negozi vari. Comunque è vero che le chiese sono quasi sempre chiuse e poche volte c’è la possibilità di mettersi un timbro nella credenziale. 

Spero di non dover vedere le scene di comitive che scendono dal bus per andare al bar a farsi timbrare la credenziale… cose già viste!

Nel pomeriggio, siccome siamo in mezzo al niente, farò un giretto in paese a Barbadelo e mi farò una dormita per recuperare ore di sonno non dormite nei giorni scorsi.

Gli altri italiani sono in un albergue privato qua vicino. Per maggior sicurezza hanno voluto prenotare.

Domani si va a Gonzar.

Ciao

San Estevo de Calvor
Sarria: 112 km
Sarria
Sarria

Sarria
Casa Barbadelo
L’albergue municipale di Barbadelo

Lunedì 26 settembre. Tappa: O Cebreiro – Triacastela. km 21,2

Partenza tardiva… ore 6:10… perché avevo previsto di far tappa a Triacastela: poco più di 20 km. Grande freddo nella mattinata, sia per la temperatura che si aggirava sull’uno – due gradi a O Cebreiro, sia per il vento umido e gelido che saliva dal basso. Muoversi però fa bene. Perfettamente bardato in tenuta antifreddo (cipolla), ho camminato tranquillamente senza patemi vari. 

Al sorgere del sole, dove riusciva a far passare i propri raggi, si sentiva un leggero tepore.

Niente di particolarmente da segnalare… un paio di chiesette popolari antiche, non inquadrabili in architetture stilistiche, il grandioso castagno secolare di Ramil, chiamato anche il castagno di Colombo perché ha più o meno l’età della scoperta dell’America. 

Assieme ad altri italiani mi sono fermato al comunale di Triacastela, ma poi qualcuno ha deciso di continuare in direzione di Samos. Io ho preferito riposare e domani percorro il cammino vero e proprio verso San Xil per sorpassare Sarria e arrivare dalle parti di Barbadelo, dove anche gli altri pellegrini del gruppo faranno riferimento. 

Giretto per Triacastela: qualche foto e sello sulla credenziale.

Ragazzi, si va avanti. Ultreia!

O Cebreiro. Chiesa Santa Maria Real. Domenica sera
Santiago
Hòrreo con copertura in paglia
Ramil. Il castagno di Colombo
Triacastela



Triacastela
Triacastela. La chiesa di Santiago